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Passione 239


Soffro nella tua carne che fu mia,
adolescente pallida, che nove
mesi in grembo mi fosti, e più di nove
anni già conti, in fresca leggiadria.

Quand’io ti davo il latte del mio seno
eri parte di me, chiusa in me stessa:
come un suggello io ti tenevo, impressa
nelle viscere. — Ed era il tuo sereno

volto lo specchio della mia bellezza:
morte me sola non avrebbe côlta,
chè nel gorgo con me t’avrei travolta.
....Ora ti stacchi, o fior di giovinezza!...