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232 Notte Santa


Soavissima notte!... — Uno stupore
d’infanzia, un’innocenza di bambino
addormentato. — Io non avrei vicino
al cuor che il soffio del tuo grande cuore.

Narrerebbero intanto le campane
che nacque ancor fra i poveri Gesù.
E noi s’andrebbe, io senza meta, tu
senza ricordi, per le valli piane,

salmodïando in pace — ed al fiorire
dei cieli, all’alba, in violette e in gigli,
ritorneremmo tacite ai giacigli
rupestri, per sognare e per morire.