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16 Quella che passa

ti sono uguali, e al nostro fianco passano
in questo istante, e sola ognuna credesi
ad amare, a soffrire, ad esser viva.
Se a’ tuoi piedi la soffice pelliccia
e la veste procace e le spumose
trine cadesser, te lasciando nella
bianca fralezza dell’ignudo corpo,
sapresti tu vestir questo tuo corpo
d’un’anima?... Scrutar ben io vorrei
il tuo tormento interïor, per ansia
di leggere in un vivo umano libro.
Ma tu menti: a te stessa anche tu menti,
menti se piangi, e se sorridi: t’hanno
insegnata la grazia d’una maschera
bella, fin dai sereni anni d’infanzia:
modi, leggi, costumi e fede e dogmi
altri creò per te: solo ti chiesero
d’esser leggiadra: nè tu mai dall’intimo
di te stessa traesti, a colpi d’unghia,
la verità che ognuno in cuor si porta.
Vuoi darmi la tua mano?... Una son io