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202 | Alla sbarra |
Non ispera, nè invoca essere assolta.
Porta in sè la sua pena, il suo rimorso,
livida impronta di ferino morso
su membra vive, sin che duri il corso
della vita. — Nel cuore è già sepolta. —
Che vuol dunque da lei quella togata
gente che l’attanaglia con indagine
acuta, e scruta le gelose pagine
delle sue notti d’ombra, e la compagine
squarcia della sua carne disperata?...
Che vuol dunque da lei quell’altra gente
trepida, verso il suo pallor protesa
coi più torbidi sensi, e nell’attesa
di più torbidi e rei palpiti, presa
dall’odore del sangue, inconsciamente?...
L’antica anima tragica che dorme
in ogni petto, su ogni fronte appare.
Chi or non vide, nel sogno, dentro un mar