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194 | La martire |
Maria Spiridònova, è oscura
la cella ove giaci; e tu aspetto
umano più quasi non hai,
distesa sul fetido letto.
Lo so, ch’eri bionda
al par della messe matura;
ma t’hanno divelti i capelli
a ciocche, ed a guisa di fionda
lanciato il bel corpo a muraglie
di pietra; e accecato un degli occhi,
e pesti e spezzati i ginocchi,
e sovra la carne tua pura,
suggello d’infamia, lo stigma
impresser di ferrei staffili,
di punte infocate, di sputi
villani, di baci più vili
dei colpi.... — e tu appari
serena, o terribile enigma
femineo: — più calma dei morti
di Kàrian, nuotanti fra mari