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170 Maria Giovanna


forte il suo cuore nelle notti, quando
paura, insonnia, spasimo, demenza,
         in ferreo cerchio, senza
tregua gemean, la grigia alba invocando.

Ella non conosceva altro destino.
Amava il freddo balenar scultorio
        del gesto operatorio,
il sangue in getto e l’ulular felino,

e l’acre odor dei corrosivi, e i tersi
bendaggi, freschi come baci santi
        su piaghe fumiganti,
e il — grazie — degli umìli occhi riversi.

La sua verginità sapea lo stigma
del vizio, che ogni rea carne suggella;
        la frusta che flagella
il senso, eterno e maledetto enigma;