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114 La voce del mare


danzavi le tue danze, le tue danze
di gitana, ricordi?... — Non ricordi
dunque tu nulla?... — Dalla casa errante
le pallide vedesti albe fiorire,
e nei tramonti l’acque invermigliarsi,
e nei meriggi tutto esser di fiamma,
anche il tuo corpo, anche la vagabonda
anima tua come l’arena innumere,
multicolore come l’onda, libera
come il vento del largo. E delle folle
ti piacque il gran clamore, e del deserto
il gran silenzio, e delle vie notturne
i fanali rossastri, i torvi agguati,
il pericolo corso ad ogni istante.

Di desiderio io ti farò morire,
se vorrai ch’io ti dica il nome tuo
d’una volta. — Ricòrdati. — Superbo
era, ma dolce e pieno d’assonanze
strane. — Non giungi a ricordarti?... China
sul mare, ascolta il pianto inconsolabile