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La morte del bimbo 61


— Oh! Signore — disse il bimbo giungendo le manine — se vi sono nel mondo ardue imprese, lotte, guerre, conquiste, ferite, io le voglio. Voglio vivere!

— Guarda — mormorò la voce, così dolce e profonda che parve subito al bimbo l’annuncio di una superna pace — guarda tua madre. Ella ha amato, ha sofferto, ha lottato, ha vinto, ha perduto. E tutto svanisce, tutto scompare davanti a questa culla dove svegliandosi troverà un cadavere. Tutto conduce al nulla, la vita è un sogno. Chiudi il tuo, o bimbo, fra le bianche coltri della tua culla, finchè non hai ancora sofferto, finchè non hai fatto ancora soffrire.... Dolce è morire così, innocenti e puri, in braccio all’unico amore.

Tacque la voce; un gran silenzio si fece nella camera. Ombre leggere passarono davanti alla culla, bianche, rosee, brune, ridendo e piangendo, portando fiori e croci; passarono, lasciandosi dietro un ampio velo grigio, freddo, attraverso il quale il bimbo vide ancora per una volta la fronte mesta della madre appesantita nel sonno.

Un guizzo di vita nel corpicino — l’ultimo rimpianto, l’ultimo strappo — e l’anima, la piccoletta anima sospirò: Prendimi!