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Falena 45


A un altro caffè una comitiva di grassi borghesi tumultuava brindando. Le loro mogli fresche, serene, ornate dei gioielli nuziali, ridevano godendo lo spettacolo delle maschere, nella sicurezza del marito vicino e dei bimbi che dormivano, a casa, nei loro lettucci caldi.... Zuppe fumanti, piatti di carne giravano intorno alla tavola, e le bottiglie sturate lasciavano udire il colpo secco del tappo che saltava per aria.

La donna dalla giacca rossa continuò a strisciare lungo il muro. Qualcuno, udendola bisbigliare a bassa voce parole intelligibili si era voltato a guardarla, torcendo subito gli occhi; qualche altro le aveva lanciato una parolaccia. Uno ch’ella aveva preso per il braccio, la minacciò colla sua canna.

Allora lasciò la piazza, scantonando per una viuzza buia, tossendo, e ad ogni colpo di tosse soffocando un gemito. Poichè mancava la luce dei fanali sembrava che il freddo fosse più intenso. Ella andava come un cane randagio, muta, nell’incertezza delle tenebre.

Un’ombra veniva alla sua volta, un uomo. Con un movimento istintivo si ravviò il cappellino, drizzando le spalle; l’uomo si fermò. Era un po’ brillo, masticò una bestemmia e le disse di seguirlo.

Ella ansimava salendo le scale, facendo sforzi incredibili per non tossire. Giunti in camera,