Pagina:Neera - Voci della notte, Napoli, Pierro, 1893.djvu/43


La roba 37


D’accordo, silenziosi, si posero a guardare, a frugare. Ma il sospetto li dominava. Appena che uno avesse aperto un tiretto, gli altri due gli erano sopra, trattenendo il fiato, col cuore che batteva. E si sorvegliavano, non abbandonandosi mai cogli occhi.

In questa lotta coperta, i volti indurivano, prendendo una tinta terrea sotto il lume vacillante della candela; le pupille scintillavano di cupidigia repressa; le mani tremavano — specie le mani della figlioccia, bianche ed affilate in mezzo ai cenci capovolti, ai batuffoli scoperchiati, essendosi già ferita ad un chiodo dell’armadio, ma non prendendo neppure il tempo di asciugare la gocciolina di sangue che lasciava qua e là una striscia sulle biancherie.

Improvvisamente lo zoppo lasciò cadere il suo bastone e prima di raccoglierlo brancicò a lungo fra le gambe del tavolino, rialzandosi poi rosso rosso, col pugno stretto.

— Ebbene?

— Che cosa?

— Mi sembrava....

Egli aveva frattanto cacciata la mano in tasca e levatala, colle cinque dita tese, si passò il fazzoletto sulla fronte.

— Non troveremo nulla — disse la figlioccia con accento secco, già stanca di quella inutile fatica.

— Voi, ve l’ho già detto, dovreste andare a riposarvi! — garrì la vecchia.