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Il merciaiolo ambulante | 27 |
appena messi lasciavano scappare i punti che era una disperazione.
Finirà! finirà! — disse poi a voce alta, dandosi una fregatina di palme e facendo passare la cicca da destra a sinistra — con un ordine di pensieri fatti improvvisamente lieti; tanto lieti che si trovò avanti alla casa della vedova quasi senza accorgersene.
Ohè! — esclamò, tentando una piroetta che gli riuscì a mezzo in causa dei reumi — la colomba mi aspetta.
Egli lo argomentava da un fioco lumicino, trasparente per le imposte della finestrucola a pian terreno, dove la vedova teneva la cucina.
Difatti, al risonare dei passi sulla via, si dischiuse pian piano la porta e una testa di donna. passando per la fessura, accennò di entrare.
— Chi sa che cosa penserebbe la gente nel vedervi a qui quest’ora! Ma non ho cuore di lasciarvi fuori al freddo, venite....
— Tanto, un po’ prima un po’ dopo.... balbettò egli confuso, varcando la soglia.
— No, no, non è questo. Che volete? I progetti non riescono sempre.
Egli ebbe da tali parole un cattivo pronostico; ma per ritardare almeno la spiegazione, se questa doveva essere sfavorevole, osservò che la donna aveva una mano fasciata.
— È un patereccio. Accostatevi al fuoco, povero cristiano, non vi aspettavo così presto; ma