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Angelica 5


occupasse di lei. Il padre poverissimo fra i più poveri di quei contadini, la lasciava in balìa della provvidenza ragionando in questo senso: che se Qualcuno aveva messo al mondo la sua figliuola senza cervello, doveva pure Costui sorvegliarla.

Quanto a’ suoi doveri di padre, che poteva egli fare di più se non ammanirle ogni sera sul desco un pezzo di pane giallo o di polenta?

Ogni sera veramente è una frase troppo precisa, che non lascia il debito campo alle eccezioni; il fatto è che quando ne aveva, ne serbava anche per la ragazza — e allora, vedendola sbocconcellare allegramente senza un pensiero il sudore della sua fronte, rifletteva: Ecco, non poteva Domeneddio mandare questa creatura a un grande della terra, a un signore che l’avrebbe mantenuta con tutti i suoi agi, con tutti i comodi di servitù e di medici? — e a me dare un robusto ragazzo che mi aiutasse a sarchiare e a battere il grano? Meschino me che mi trovo vecchio e gramo con questo peso sulle spalle! — e cresce sempre! e mangia tutti i giorni più del giorno prima.

A questo punto malinconico delle sue riflessioni il vecchio si arrestava a contemplare la fiorente giovinezza di sua figlia, e poi per naturale confronto volgeva gli occhi sulle proprie rughe, profonde tanto da parere solchi d’aratro — si sentiva stanco, sfinito da quella lotta