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— Tu forse. Quanto a me non sono più giovine! interruppe Luigi alzando gli occhi al soffitto, quasi volesse inseguire sulle ali del tempo le illusioni che fuggivano.
— Senti!! — esclamò Diana dandogli uno scappellotto alla scolaresca e soffermando poi la mano tra le nere ciocche lucenti che ornavano la testa di suo marito. — Un po’ vedere se c’è qualche capello bianco? — e i denti in bocca li hai tutti? — un po’ vedere!
Luigi si schermì arrossendo e ridendo suo malgrado.
La pazzarella volle insistere — lui si alzò e lei dietro — intorno ai tavoli, su per le sedie, con accompagnamento di piccoli gridi, di motteggi e di ragazzate finchè caddero sfiatati su una poltrona — tutti e due — lei premendosi il cuore, lui asciugandosi la fronte. E si guardarono — e tornarono a ridere, pieni di letizia come se avessero conquistato un regno.
Il sangue di Luigi, scosso improvvisamente dall’abituale torpore, gli destava nelle vene un vulcano infuocato e faceva battere i suoi polsi una metà più dell’ordinario.
Questo giovane, che un prete e una beghina avevano allevato, si trovava per la prima volta di fronte a una donna giovine come lui, come lui esuberante