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cedevano cambiamenti rapidi e meravigliosi. Uscendo dalle incertezze nebulose della adolescenza, Diana imprimeva il piede sicuro sulla via che le era tracciata davanti.
La baronessa incominciò a diffidare di quel perpetuo sorriso, di quella ingenuità da fanciulla — la donna si spiegava energica e completa nello sviluppo di un organismo sano e vigoroso.
Ma fedele al suo sistema di dissimulazione, Cristina non lasciò trasparire i suoi timori, nè eravi persona a cui potesse confidarli.
Luigi cercava ancora l’equilibrio studiando il volto severo della baronessa, schivando l’intimità di Diana, verso la quale usava un contegno di fratello maggiore, affettuoso e parco — o meglio di marito vecchio, che ha finito la luna degli entusiasmi e a cui resta una solida amicizia.
Diana non soffriva di questa calma un po’ fredda — aveva in lei tanta effervescenza di vita che ne spargeva su tutto quanto la circondava. Ella era un bell’astro splendente di luce propria che illuminava la buia cerchia in cui si muove.
Bella non di linee corrette o di procace venustà di forme; ma bella perchè giovane, perchè ardente, perchè aveva negli occhi il raggio della bontà e la grazia ingenita nel sorriso.
Si era alquanto ingrassata, così che la curva ardita