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difficile il vivere di buon accordo — e alla sera, posando la testa sul medesimo guanciale, sfiorando con un bacio quella fronte ingenua, Luigi pensava che la sua parte non era affatto impossibile.
Storditi, inebbriati, montati un po’ più alto del diapason ordinario, queste due tortorelle, che un padrone dispotico aveva legate con un filo, non si erano ancora trovate di fronte in una di quelle situazioni che fanno sentire il peso dei vincoli, e che solo l’amore, la stima, la virtù hanno il potere di rendere care e sublimi.
Passati pochi giorni appena dal loro ritorno, sbollito l’ardore delle reminiscenze, anche ciò che sembrava amore in Luigi, e non era altro che desiderio di novità, parve scemare — parve — la baronessa almeno se ne compiacque e credette scorgervi il suo trionfo.
Erano gradazioni insensibili che Diana, novellina alla vita, non comprendeva; siccome poi di smanie Luigi non ne aveva mai fatte. Diana s’era già formata di lui il concetto di un carattere poco espansivo, così non ci abbadò neanche, e se qualche nuvoletta offuscava a intervalli la sua fronte, la metteva in conto di naturale.
Gaia, aperta, sempre ridente, ottimista per indole e inclinata a vedere tutto color di rosa, ella sorvolava come un angelo sereno sull’orizzonte torbido