Pagina:Neera - Vecchie catene, Milano, Brigola, 1878.djvu/72


— 66 —


Accese la bugia d’argento, e facendovi paralume colla manina scintillante di anelli, diede la buona notte alla zia, poi disse:

— Vieni, Luigi?

Luigi si alzò.

— Vi siete occupato di quell’affare che tanto vi raccomandai? Vedeste a Parigi il dottor K***?

Queste parole caddero lente e marcate dai labbri di Cristina.

Il giovane rispose:

— Lo vidi, e il colloquio che ebbimo insieme confermò pienamente le speranze che...

— Diana — interruppe la baronessa — va pure a coricarti, figlia mia. Non vi è nulla che stanchi come un viaggio in ferrata. E voi pure, Luigi, non fate complimenti..., vi ho domandato perchè l’argomento mi preme tanto, ma, del resto, saprò sacrificare la mia curiosità fino a domani.

Fu Diana che rispose questa volta.

— Ti pare, zia? Io mi ritiro subito e ti lascio Luigi, così discorrerete a vostro comodo.

Rinnovò la buona notte, mandò un bacio a sua zia sulla punta della dita, uno sguardo furtivo a Luigi, e sparve leggiera di sala in sala canticchiando.

Quei due rimasti erano da dipingere.

La donna, corrucciata, fiera, coll’ira negli occhi, e studiando sulle labbra un mendicato sorriso.