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Dopo questa conclusione recitata con accento autorevole, la baronessa troncò il discorso; metodo superlativo per ottenere effetto nella gioventù, dove la sospensione lascia un solco di desiderio e di curiosità, intorno al quale poi lavora il fervido cervellino.
Se veramente era questa l’intenzione della baronessa, dovette restare molto soddisfatta, la sera di quel medesimo giorno, quando venne Luigi come al solito, e Diana più del solito parve osservarlo — e partito che fu si lasciò sfuggire questa ingenua domanda:
— È un giovane di talento il signor Luigi? Ha l’aria molto seria.
La baronessa rispose:
— Immenso talento; ma ciò che più monta, gran cuore.
Luigi non spiegava troppa fretta nel conformarsi alle istruzioni della sua amata tiranna.
Aveva bensì guardato la fanciulla, ma il risultato di tale esame lo lasciava freddo.
— È magra: disse una volta alla baronessa, che lo istigava a dire la sua opinione.
— Volete che una ragazza abbia le forme di Giunone?
— Vorrei che avesse le vostre.
— Basta, Luigi, non parlate così senza giudizio. Mia nipote è leggiadra.