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sotto il sole; nulla di ciò che è inscritto sul libro delle tasse; ma aveva per capitale una buona posizione nel mondo, un impiego lucroso e una figura simpatica, geniale.
Non era un Apollo, non era un Narciso, ma il raggio tranquillo de’ suoi occhi neri penetrava dolcemente nei cuori femminili, e la serietà naturale in lui lo rendeva interessante presso il bel sesso, che si compiaceva di attribuirgli una mente superiore.
Aveva dei meriti reali, una istruzione solida, ma non pensate, vi prego, che fosse un genio.
Immaginatelo un bravo giovinotto un po’ grave, un po’ astratto, più profondo che brillante, e fatto per piacere in un colloquio a due di preferenza che nel circolo chiassoso d’una società elegante.
Sotto la vernice disinvolta dell’uomo di mondo traspariva a intervalli la timidezza imbarazzata e ingenua del giovane campagnuolo cresciuto all’ombra del campanile, nella biblioteca ascetica di un vecchio prete — e mentre gli altri uomini piacciono generalmente per quello che sono, il fascino di Luigi proveniva da un non so che sparso in tutta la sua persona, da un’aria misteriosa, che lasciava supporre nuovi orizzonti oltre l’orizzonte ostensibile della sua pupilla bruna.
L’amore intelligente della baronessa aveva operato