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Ella paventava nell’avvenire una tremenda rivale, che doveva rapirle l’ultima, l’unica affezione della sua vita — l’uomo al quale aveva sacrificato una virtù forte di trent’anni di gloria.

Tutte le corde degli umani affetti vibravano nel suo cuore e mettevano capo a Luigi — sposo, fratello, amico, figlio — sì, ella lo amava come figlio, e pur di non perderlo acconsentiva a dimenticare più dolci diritti.

L’esperienza le suggeriva che così non si poteva durare a lungo; continuando a cullarsi in oziose illusioni, urterebbe inconsapevole contro uno scoglio, più o meno lontano ma certo, il futuro di Luigi — di questo giovane sorto appena alla vita e che non poteva accontentarsi eternamente di un amore nato per caso come tutti i primi amori.

Con quali armi avrebbe ella combattuto? Che argine opporre all’invadere di una passione nuova e bollente di giovinezza, ella, prossima ai quarant’anni?

Era il caso di prevenire, non di attendere il nemico.

Fu tra queste malinconiche riflessioni che venne in mente alla baronessa di saldare l’anello che la congiungeva a Luigi.

Un matrimonio fra loro due le era ognora sembrato impossibile; ora poi ridicolo. Sposando invece