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tutte le finezze aristocratiche; ella era un’amica molto preziosa — Luigi lo capiva.
D’accordo tutti e due però, stabilirono che la lontananza era troppo dura a sopportarsi anche col conforto delle lettere.
Verso quel tempo le persone intime della signora Gualtieri-Serra l’udirono lagnarsi di dolori al petto, accusarne l’aria vibrata dei monti, finchè qualcuno la consigliò a ritornare nella sua casa di città.
Si fece pregare un poco; disse di idolatrare la campagna, di non avere alcuna inclinazione oltre la pace de’ suoi boschi e de’ suoi campi.
La si scongiurò allora di prendersi cura della sua salute; insomma, tante glie ne dissero, — e che era dovere, e che doveva conservarsi per la sua nipotina, e questo e quello, che la baronessa parve persuasa.
Con che grazia toccante salutò il parroco, il dottore, il maggiordomo, perfino i contadini!
Con quale dolcezza rassegnata asciugò una piccola lagrimuccia impercettibile vedendo scomparire tra le querce la torre del vecchio palazzo!
La commedia fu condotta con una abilità così consumata, che ognuno vi credette.
Giova per altro avvertire che la pia signora non tralasciò un solo istante le sue pratiche divote, ed in città come in villa condusse sempre un’esistenza modello.