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— Oh! — fece la signora nascondendosi con civetteria dietro il fazzoletto.

— Ma — continuò il marchese — la mia posizione di scapolo me ne fa concepire un’idea tutta opposta.

— Qualche impertinenza!... sentiamo.

— Ebbene, a me pare che per decidersi al matrimonio occorra, come per l’estrema unzione, una condizione speciale, che è quella di avere spezzate tutte le corde del proprio arco.

La brunetta trovò la frase insolente e volle punire l’audace con un colpo di ventaglio.

Ma da quando in qua il ventaglio di una bella donna ha fatto male ad un uomo?

Il marchese continuò, sorridendo, a passeggiare in mezzo agli strascichi ondeggianti, e segnava il suo passaggio con frizzi, arguzie e complimenti — complimenti talvolta più acuti di una satira.

Un gruppo di fanciulle si apriva il passo con innocente baldanza giovanile attraverso le gravi matrone, e l’istinto esercitato del marchese indovinò che fra esse doveva trovarsi la giovane ereditiera.

— Ma dove diavolo sarà andata a cacciarsi la baronessa, che non riesco a vederla? — Così pensava adattandosi sul naso l’occhialino.

Le fanciulle intanto si avanzavano.

— Mille fulmini! La riconosco bene la piccola Diana — proseguì il marchese rievocando le proprie remi-