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stoffa di seta a colori teneri mirabilmente assortiti, ai capelli e alla carnagione del signore. La vôlta correva in giro tutta a specchi su un cornicione dorato, e stringendosi nel mezzo abbracciava un graziosissimo affresco rappresentante la Danza degli Amori. Due brevi canapè di raso celeste si facevano riscontro sdraiati su un tappeto di velluto, e sotto l’unica finestra, ravvolto in una nube di pizzi aerei, si rizzava l’altare — di quel tempio — una tavolettina dorata, profumata, tutt’a specchi, tutt’a fiori, ricolma di vasetti eleganti, di ampolline artistiche, di mille ninnoli misteriosi e bizzarri.

Oh! ma davvero che noi abbiamo perduto la via. Invece di seguire il marchese in casa della baronessa, siamo saliti senza accorgerci nel tilbury che riconduceva Battista.

Vorrei cancellare questo capitolo che è inutile, poichè la storia non incomincia che dopo, ma ve lo lascio pensando che i moderni osservatori studiano l’uomo anche sugli oggetti che lo circondano, e così potrete dire di conoscere già il marchese Gili.

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La baronessa Gualtieri-Serra, una vedova esemplare, a gran pezza migliore di Giuditta, poichè ella non aveva