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Non oso presentare i versi d’Alessio alle mie lettrici, perchè ignoro e sono incapace di giudicare quanti piedi avessero oltre il necessario; ma dirò che erano versi appassionati, dove il nome di Diana ritornava spesso facendo rima con strana e con arcana.

Ei li aveva gettati giù in fretta colla matita sul rovescio di una vecchia lettera, e credeva poi di averli riposti al sicuro nella tasca sinistra, vicino al cuore; ma accadde invece che li lasciò scivolare per terra, e di nulla accorgendosi, passò oltre a raccogliere ghiande per il piccolo Enrico e fiori per le signore.

Verso sera il giardiniere, che trovò quel foglio sotto le querce, lo portò alla baronessa.

Copritevi il volto colle ali, angeli buoni, e voi, lettrici senza colpa, arrossite! Cristina aveva percorsa tutta la scala delle passioni violente — l’ultimo gradino le presentava una viltà... ed ella fu vile.

A notte inoltrata, quando la calma più profonda copriva col suo manto ipocrita i drammi segreti di queste esistenze in apparenza così felici, la baronessa, bianca nel volto e impassibile come una statua, attraversò le camere che dividevano il suo appartamento da quello degli sposi, entrando con lieve passo nel gabinetto particolare dove Diana soleva stare insieme al fanciullo. Qui, in mezzo a ninnoli eleganti, un piccolo tavolo raccoglieva il panierino, dove la