Pagina:Neera - Vecchie catene, Milano, Brigola, 1878.djvu/134


— 128 —

tura, nel suo pieno sviluppo, sembrava emanare fluidi d’amore, e dentro i folti cespugli gorgheggiavano le rondinelle, mentre l’allodola trillava su per i cieli.

Un mormorìo indistinto veniva dai campi e dai boschi — ronzio d’insetti, foglie che stormivano, canti di donne e di fanciulli.

In fondo in fondo, dietro le querce, fumavano i camini del villaggio, e più indietro ancora le Alpi si rizzavano maestose e severe, brune ai fianchi e indorate sulla cima dagli estremi raggi del sole.

La via per cui doveva arrivare Luigi disegnava una striscia serpentina in mezzo a due siepi, e dal viale che Diana ed Alessio misuravano a lenti passi se ne scorgeva buon tratto, così che la giovane sposa vi figgeva ad ogni istante lo sguardo sperando di vedere una carrozza.

— Ed è ben sicuro che arriverà in carrozza? — domandò con impazienza, che non credette necessario nascondere.

— È per lo meno probabile — rispose Alessio con accento distratto e superficiale.

Egli subiva l’influenza di quella bella sera.

Vi è un legame strettissimo fra tutta la materia, sia dessa animata o no. Noi siamo mesti in una piovosa giornata d’ottobre, quando le foglie cadono gialle o fradice sotto i nostri piedi: siamo lieti e ci scorre più vivo il sangue nelle vene, quando il sole