Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 7 — |
dei vostri giudizii e udite il resto. Io vi assicuro che aveva sessantacinque anni, perchè il meno che possa sapere un romanziere è l’età de’ suoi personaggi; del resto, sfido l’occhio più esercitato — il vostro, o signora — a trovargli una ruga, un capello bianco, un dente guasto.
Egli apparteneva a quella razza di vecchi gagliardi che formava un tipo speciale del secolo scorso — nè la sua gagliardia (mi spiace dirlo perchè so di far dispiacere alla morale) proveniva da una vita intemerata e casta, oh Dio, tutto il contrario! Teseo di prima forza, conosceva i dedali del piacere e non c’era pericolo che vi smarrisse il filo; nel caso le Arianne non mancavano a rinnovarlo.
La sua vita era stata una guerra continua col tempo; il più splendido, il più incredibile trionfo coronava la vittoria del marchese.
Aveva una figurina in miniatura, piccolo e sottile, ma non magro. La sua carnagione, mista di gigli e di rose, doveva forse qualche cosa ai meriti dell’oriza lactes e all’acqua delle Fate — ma che serve ricercare tanto per il sottile? Se il colore delle sue guance rifletteva i globuli del sangue, il ferro, l’albumina o il succo di citriolo (eccellente cosmetico per la pelle), che importa?
Egli era bianco e rosa — questo è l’essenziale.
I suoi capelli, biondi, fini, accuratamente sollevati