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Cessata la causa, doveva cessare anche l’effetto.

In questa lotta dell’anima libera col cuore incatenato, se la vittoria restava all’anima, le catene frangendosi cadevano da sè.

La baronessa aveva avuto il colpo d’occhio sicuro nel prevedere che tosto o tardi Luigi avrebbe rotto il freno; solo sbagliò nella scelta del nuovo freno. La fanciulla semplice, inesperta, ingenua, ch’ella gli aveva posto al fianco sperando in un confronto che risultasse a suo vantaggio e che lo avvincesse per sempre a lei, era proprio la donna de’ suoi sogni poetici, la donna cui Luigi sospirava nelle concezioni caste e tranquille dell’avvenire.

Nella serena innocenza di Diana, il suo cuore sembrava specchiarsi come in un lavacro d’onda pura — si sentiva risorgere, si sentiva uomo, mentre vicino alla baronessa non era stato che un fanciullo ed uno schiavo.

Cristina si sarebbe spaventata se, attraverso la corazza di indifferentismo in cui Luigi si celava, avesse potuto scorgere l’altare del suo culto che cadeva in rovina.

Ma ella aveva l’ostinazione più terribile di tutte — quella di voler far vivere ad ogni costo una passione che va morendo.

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