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appunto mi manca, forse quello stato «tormentoso, febbrile, che fa star male, che strappa lagrime di sangue, che fa comporre la canzone di Ofelia e l’ultimo atto del Rigoletto» chiamato da lei «curiosità», da me «genio», e che è forse un’altra cosa ancora.

Un secondo ringraziamento le devo, sentitissimo, per l’offerta relativa al Conservatorio di Milano. Dopo ciò che le ho detto e della mia famiglia e della modestia delle mie aspirazioni capirà che non posso accettare. Del resto anche il Conservatorio di Bergamo ha tradizioni gloriose, e se bastò a un Mayer, a un Donizetti, a un Ponchielli, si figuri se non devo accontentarmene io!

No, cara signora, non vado a stabilirmi a Bergamo, bensì mi reco a Bergamo tutti i giorni per frequentare le lezioni. È una strada un po’ lunga, specialmente se il tempo è cattivo, ma questa fatica muscolare mi fa bene, poi, quando sono a Bergamo, prendo la funicolare per portarmi al Conservatorio.

Mi domanda se Bergamo è bella? Se le dicessi che è bellissima crederebbe ella forse a un entusiasmo di campanile? In verità è bellissima. Immagini, dopo una successione di pianure, una montagna che si erge improvvisamente a guisa di baluardo, e su questa montagna una città, e ai piedi di essa una seconda città, e fra