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veri e più diligenti e distribuì, a ciascuno un piccolo regalo. Io le scrivo... ed ecco perchè tutta la casa è in festa.
Abbiamo poi i peschi e i mandorli fioriti che ci intuonano sotto le finestre una sinfonia di colori; uno stuolo di rondini s’incarica dell’accompagnamento. Mio zio Remo assicura che nessun lusso è paragonabile a questo. Mio zio Remo è un santo o poco ci manca. Apparentemente la sua professione è di fare il maestro; in realtà è quella di fare il maggior bene che può.
Mio zio Romolo non è cattivo, ma non avendo trovato il mondo come lo desiderava lui, è sempre in collera con tutti. Rosalba è la vedova di un terzo fratello. Ella ha un’abitudine curiosa: quando chiama i suoi cognati separatamente dice Romolo o dice Remo al pari di chiunque, ma se le avviene di dover pronunciare i due nomi insieme allora sono Romolo e Remolo. Questa è la mia famiglia.
Dimenticavo un quadretto che sta proprio davanti al mio tavolino, in mezzo a due vecchie pendole. Il quadretto, chiuso in una cornice di cartapesta dorata di gentile fattura, apparteneva ad una mia cugina anziana rimasta nubile in seguito alla perdita del suo fidanzato il quale morì tragicamente per un colpo partito da un fucile che si credeva scarico. Mia cugina rica-