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bene, ma li ho poi rinchiusi entrambi — foglio e petalo — in una cartella dove ho già riunite le altre sue lettere e dove c’è molto posto...

Davvero le sue lettere mi procurano una gioia fresca e graziosa come queste giornate di primavera che sembrano ridare al mondo una purezza antica. Mi parli di lei. È possibile che con tanto ingegno e tanta energia giovanile voglia ridursi a vegetare in una cantoria? So che ella ha molta disposizione per la musica. Perchè non viene a Milano? Il nostro Conservatorio è celebre; ella ne uscirebbe con un diploma in seguito al quale tutte le porte si apriranno da sè. Se vuole posso appianarle la strada perchè conosco il direttore ed anche qualche maestro. Infine mi metto tutta a sua disposizione.

Mi permetto di mandarle un volume che forse non conosce. Sono le lettere intime di Berlioz. La prego di non credermi una soverchia ammiratrice di Berlioz scrittore; penso anche che si potrebbe tralasciare di leggerle; ma le lettere sono precedute da una prefazione di Gounod e Gounod mi piace sempre. Vedrà qualche punto segnato, là dove parla delle eccezioni.

Va forse a stabilirsi a Bergamo che si fa mandare le lettere colà? È singolare: questa città non la conosco affatto. È bella?

E suo zio, quel buon zio che le adorna il tavolino di rose, chi è? Mi troverà immensa-