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che la nuvola disegna passando e che si trasforma mentre lo guardo. Procuri lei di mettere insieme tutte queste idee perchè sarei dolentissimo se non potesse comprendermi; spiegarmi meglio non so.
Intanto che mi curvavo a guardare le rose un petalo cadde su questo foglio e ve lo lascio. Rispettiamo il destino. Di queste rose campagnuole nate nei rozzi orti e venute a morire sul tavolino di un povero studente, esso solo, il piccolo petalo, muta sorte. Lo segue per un istante il mio pensiero pieno di visioni, ma io non so dove anderà a posare... Tale dubbio mi lascia trepido ed incerto.
Ippolito Brembo.
P.S. D’ora in avanti mi scriva ferma in posta a Bergamo.
6 maggio. Signore, dice che i fiori le hanno fatto pensare a me: grazie del complimento. Per un selvaggio non c’è male: dimostra per lo meno una grande attitudine a incivilirsi.
Io sono oggi molto contenta. Anzi, se devo dire tutta la verità lo fui dal giorno 3, quando la posta mi recò la sua lettera. Ecco che le contraccambio il madrigale.
La rassicuro poi subito sulla sorte del petalo caduto così provvidenzialmente nel foglio: io ve l’ho lasciato perchè mi parve che vi stesse