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Perchè non mi crede degna di comprenderla? Perchè mi suppone una creatura privilegiata, buona, gentile, forse bella e — questo non lo dice, ma si legge tra le righe — un po’ vana? Potrei risponderle con le parole di Margherita:
Io non son damigella
Nè bella..
Buona poi, buona veramente, nel significato alto della parola, ho cercato qualche volta di esserlo; ma o l’ideale troppo lontano o le forze troppo deboli o gli istinti contrari o le reminiscenze fatali mi hanno reso il compito molto duro. Nessun privilegio è in me, nè di nascita, nè di fortuna, nè di affetti. Sono sola.
In verità non so quale forza mi spinga a scriverle, io che non scrivo quasi mai; ma dal primo momento che intesi il suo nome mi parve di riudirlo. Avevo forse sognato una giovinezza pura, un coraggio temerario, un eroismo impulsivo che si desse per darsi, senza secondi fini. Ella dice di rientrare ora nell’oscurità, ma quando si ha un’anima come la sua ripiegandosi su sè stessi si entra nella luce. L’ho conosciuta l’anima sua alla sua terza lettera, la rammenta?... ma qualche cosa è avvenuto in seguito per cui non mi fu più dato di ritrovare la stessa armonia. Ella non mi crede, è così! Vero?