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ferrare a volo il motivo generale, ma anche quello fuggiva, gli si scioglieva nel cervello con un’inconsistenza di bolla di sapone, con un fruscìo vano di falena che batte l’ala contro il lume acceso. Nulla! Non trovava più nulla.

Si strinse la fronte nelle palme con una violenza di concentrazione che parve spezzargliela. Nulla!

Allora fece una pallottola del foglio di carta, la scaraventò in fondo alla camera, e colle mani diaccie, le tempie di fuoco, i denti che battevano, si cacciò disperato e vinto sotto le coltri.


IV.

corrispondenza.

1° aprile. Dovrei mettermi in ginocchio a vergare queste righe, le prime che le rivolgo, o fata gentile (non so come chiamarla diversamente), per spiegare le ragioni di un silenzio che le sarà parso inqualificabile. Pensi solamente questo: sono stato otto giorni in delirio.

Quando mi giunse la sua lettera credevo di entrare in convalescenza, mi tenevo sicuro di risponderle subito per ringraziarla dell’interesse pietoso; le scrissi anche, sono sicuro che le