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profili vanivano; sogno delizioso, dolce miraggio creato da uno stato d’animo che solo i vent’anni possono dare col tesoro intatto dei loro entusiasmi, pari ad uno stuolo di aspettanti efebi sulla soglia di un giardino dove ogni albero fosse fiorito. In quelle ore divine il tempio rappresentava a’ suoi occhi l’asilo della pace e della bellezza; ascoltando i suoni dell’organo, seguendo il volo degli angeli dipinti, tutte le materialità della vita erano così lontane da lui che veramente gli sembrava di essere uno dei predestinati a recare sulle miserie della terra il raggio dell’arte. L’impeto era violento, la percezione acuta, irresistibile il bisogno; ma quando dai regni della visione egli voleva discendere e concretare il suo desiderio in un’opera sensibile la sottile trama gli si spezzava fra le dita. Il dio occulto non era nato ancora.

V.

La lettera.

Era stata veramente una imprudenza quella di scendere, contro i consigli del medico, e il tenero Remo ebbe ragione di spaventarsi quando vide sulla soglia Ippolito, bianco come un morto.