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brontolando tutto il giorno intorno ai fornelli non tollerava altre persone vicino a sè. Gli era però facile di trovare un alleato nelle servette, le quali erano sempre al disotto dei quindici anni, per economia, e perchè Rosalba potesse meglio comandarle o farle piroettare a suo talento.

Anzi era tra le servette che Ippolito cercava la compagnia preferita, ignaro delle cause, ma pur consapevole di un effetto più simpatico sui suoi nervi, e siccome più di due o tre anni in massima non rimanevano in casa, ed in pratica assai meno, egli ne aveva un piccolo assortimento nelle caselle della memoria...

Pigiare l’uva nei tini ed assistere allo smallo delle noci che gli uomini venivano poi di sera a caricare per far l’olio, era una delle più grandi gioie dell’autunno. Questo faccende si compivano in una specie di cantinone, alla parca luce di una lampada di ferro a quattro becchi sospesa contro il muro e il cui raggio non oltrepassava la cerchia dell’operazione; per cui tutto in giro sulle pareti di rustica calce luccicanti qua e là di strisce di salnitro si alzavano e si abbassavano le ombre dei lavoratori quali vaganti fantasmi, e negli angoli più riposti, dove non giungevano le pallide fiammelle delle lampade, si addensava un nereggiamento di tenebre così profonde che alla viva immagina-