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— Siete voi, col vostro metodo cretino, colla vostra supina acquiescenza all’ordine; con tutto quell’arsenale di dogmi balordi e d’insegnamenti puerili che strozzate gl’ingegni sul nascere, insaccando nelle vostre classi menti umane come altri insacca in un budello carne di maiale!
Momentaneamente calmato dalla sfuriata il colosso girò intorno, roteante di fiamme, il suo occhio nero protetto da un grosso cespuglio di peli ispidi e grigi.
Nati ad un parto, chiamati per questo Romolo e Remo, i due fratelli presentavano le maggiori disparità che si possono riscontrare in due individui appartenenti al medesimo sesso. Quanto Romolo spiegava di potenza e di forza, altrettanto Remo offriva di dolcezza e di remissione. Venuto secondo alla luce, mentre già la famiglia si era rallegrata del maschio poderoso e ne era paga, lui esile e meschino parve subito una superfluità dannosa, un inutile concorrente, una bocca di più. Che faceva al mondo, che importanza poteva avere, lui, così piccolino, in confronto col fratello bellissimo e aitante? Il latte che prendeva dalla madre era un furto fatto all’altro; buono ancora che per gli abiti e per i camicini servivano quelli smessi dal fratello. Remo si avvezzò così presto a non contar nulla che ogni cosa gli sembrava regalata, anche lo stretto necessario; ed essendo la sua