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non bisogna alterarne una nota — riprese il giornalista.
— Mi ricordo l’impressione che ebbi da alcuni nomi di fanciulla scritti accanto ai loro lavori nella mostra delle scuole egiziane laggiù al Parco, al tempo delle Esposizioni riunite, uno fra tutti: Dulcelina Schiava. Non sentite in questo nome la poesia dell’Oriente?
— Tanto più — disse serio il signor Wilss — che lì accanto vi era la mostra della Birmania con due orecchini di vetro verde che sembravano lumini da notte e una statuetta dell’ultimo Budda morente per dissenteria. Anche questo è molto orientale.
— Wilss! — fece la signora corrugando lievemente le sopracciglia.
— Convengo — riprese don Peppino — che certi nomi fanno alle volte un effetto curioso. Io non posso tollerare la Venere dei Medici perchè ha una faccia da Carolina, e Carolina mi è un nome insopportabile.
— Ecco almeno qualche cosa di inedito! — osservò il giornalista. — Si può soggiungere che certi nomi avvantaggiano certe parentele. Eleonora Duse è magnifico; ma che effetto farebbe una Brigida Duse? E ancora: Eleonora è così bello, così pieno, che basta a se stesso. Non mi ricordo se la Venere dei Medici abbia una faccia da Carolina. So bene però che Eleonora potrebbe convenire a qualsiasi dea.