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to sopra un cavalletto gli domandò a bruciapelo:
— Ma quell’americano non era andato in America?
— Quale americano? — fece candidamente don Peppino sgranando gli occhi.
— Quel Wilss della malora.
— Ah! mister Wilss. Ebbene, egli è andato e poi è ritornato. Che ve ne pare di questo quadro?
Il giornalista gettò sulla tela una occhiata distratta pronunciando:
— È un nuovo acquisto?
— È il mio dono per il compleanno — rispose don Peppino con un sorriso di compiacenza. — Vedete queste parole scritte a tergo? (voltò il quadro per un istante). A te principium tibi desinet. L’ho conosciuta sì piccina!
— Dove le avete trovate le parole? Già un feroce lettore quale voi siete pesca sempre nei libri. È per questo che quando parlate non si sa mai se siete voi o un altro.
— È il motto di Mirabeau a Sofia — tornò a rispondere don Peppino senza rilevare l’acrimonia dell’amico. — Il quadro vi piace?
Il giornalista questa volta lo guardò più attentamente palpando colla mano un piccolo oggetto in fondo alla sua tasca.
— È un Alma Tàdema forse?