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sione, facendosi male e godendo di quel castigo della carne quasi per esso dovesse salire più alta la fiamma ideale. Fu una ebbrezza nuova, dolce e tormentosa, la più profonda, la più completa di tutte quelle provate. Pari ai due alberelli scossi dalla bufera si alzarono tuttora tremanti e irrorati di lagrime, sostenendosi a vicenda, meravigliati di ritrovarsi giovani ed esuberanti di vita dopo tanto schianto dei loro cuori.

Tutto era così calmo intorno ad essi! Il salotto co’ suoi mobili antichi, colla poltrona coperta da un vecchio ricamo sul quale erano sorvolate le dita della contessa morta prima che i fiorellini del trapunto perdessero i loro colori, prima che il filo di seta si rompesse, prima che la pendola sul caminetto in mezzo ai due candelabri di bronzo cessasse di suonare le ore. Calmo il paesaggio che si scorgeva dalla finestra, malinconico ma calmo, cogli alberi del giardino un po’ sfrondati, un po’ pallidi sul fondo grigio del cielo e colla fascia del lago in fondo di un colore attenuato simile a un nastro di mezzo lutto.

Un ultimo sospiro sollevò il seno di Lilia.

— Mi ami? — gemette Ippolito, tanto vicino al di lei orecchio che l’aria non ripercosse alcun suono.

Ma nel mentre colla mano accarezzava la molle