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recitavo nel salotto di mia madre fra acclamazioni entusiastiche, quando un giorno un orribile battibecco avvenne tra la governante e i miei genitori; mia madre avendola sorpresa insieme a mio padre le aveva dato uno schiaffo; tu intendi il resto...
Lilia, affannata da una recitazione precipitosa, si fermò un istante a pigliar fiato.
— C’era corte bandita in casa mia. Pranzi, ricevimenti continui. Avendomi un amico regalato una fontana automatica con zampillo perenne, mio padre la tenne in movimento tutta una sera alimentandola con vino di Champagne. Nello stesso tempo il fornaio veniva a fare delle scenate perchè non gli si pagava il pane.
— E chi aveva cura di te?
— Chi vuoi che l’avesse? Mio padre non lo vedevo neppure tutti i giorni; mia madre ora mi baciava, ora mi sgridava; ora mi voleva vicina a sè rimpinzandomi di dolciumi, ora mi cacciava a spasso colla governante raccomandandole di star fuori a lungo.
— L’avevi dunque ancora una governante?
— Ne ebbi a dozzine! Esse non stavano in casa più di due o tre mesi. Quando credevo di essermene affezionata una, sopravveniva uno schiaffo di mia madre... e si tornava da capo.
— Sempre così?
— Sempre così.