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attraversò per un attimo la mente del giovine. Così vicini ne erano che avendo Lilia abbandonato la mano fuori della sponda a scherzare coll’acqua egli diè un sussulto. Un movimento brusco sarebbe bastato a capovolgere la leggera imbarcazione e pochi minuti a travolgerli sotto i gorghi profondissimi e infidi. Egli cinse con un braccio la vita di Lilia. Tacevano.

Quali divinazioni ha il cuore in certi momenti di estasi suprema, allor che sembrano diradarsi le tenebre della vita materiale e sorgere quasi un nuovo senso profetico dell’al di là? Perchè gli amanti si fan muti sulla soglia maggiore della felicità? Perchè tremano? Perchè impallidiscono? Perchè un mistero sacro si oscura su di loro quando ogni mistero sembra squarciato? Perchè, fondendo la carne e il sangue, dagli spasimi stessi della voluttà nasce un così pauroso terrore del nulla?

Tacevano, e più stretto facevasi il loro amplesso fino alla soffocazione, fino al dolore.

— Io ti voglio tutta, per sempre, — mormorò alla fine Ippolito.

Il raggio della luna li avvolgeva come in una apoteosi, come in un sogno.

— Giura che mi amerai sempre, — insistette.

Ella sospirò senza togliere la bocca dalla bocca di lui.