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— Dove eri, in maggio, quando ti scrissi tre lettere senza ottenere risposta?
Lilia abbassò le palpebre con un attimo di esitazione, ma si riprese subito accarezzando i folti e biondi capelli del giovine:
— In Riviera, te lo dissi.
— E perchè vi passasti giorni tanto lieti?
— Perchè sentivo che mi avresti amata, — rispose questa volta Lilia sollevandogli in volto le stelle de’ suoi occhi; e la verità palese era così sfolgorante che la piccola menzogna nascosta non apparve.
— E quel giorno, quel giorno che ti vidi! Ti riconobbi subito.
— Anch’io.
— Non potevi essere che tu.
— E tu!
Ippolito ebbe un brivido rammentando gli spasimi di desiderio che seguirono e le notti passate sulla panchina dei Boschetti, sotto le sue finestre.
Più stretto, più stretto ancora, colle labbra sulle labbra dell’amata, l’innamorato disse:
— Se non mi avessi amato sarei morto. Non ucciso, sai? morto. Morto della morte naturale che era per me la mancanza del tuo amore. Se tu sapessi che cosa è stato il tuo amore! L’hai sentita la sua voce nel Cantico dei cantici?
Commossa, Lilia tornò a baciarlo con una