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bente, che mirava ad accogliere in sè tutti i sentimenti, tutti gli affetti; passione fatta di simpatia, di gratitudine, di ammirazione, di fascino ma sopratutto di occulto destino in cui egli vedeva realizzati i sogni più pazzi della prima gioventù. Due bellezze, due giovinezze, due intelligenze, e un solo palpito, un eguale delirio! Ma perchè ad onta di ciò le sue manifestazioni riuscivano di tanto inferiori al fuoco che le aveva ispirate? Lampi e bagliori profondi illuminavano le loro ebbrezze eppure lo bruciava dentro ben altra fiamma. Egli si torceva contro l’impotenza della carne ad esprimere tutto ciò che sentiva; provava l’avidità e il martirio del cercatore di tesori chino sull’immenso oceano che travolge ne’ suoi gorghi le perle.
Ali! ali! Con questa smania nel sangue Ippolito percorreva gli intricati meandri del vecchio giardino porgendo orecchio ai fremiti della selva, agli indistinti susurri dei nidi e raggiunta la parte più elevata del giardino dai ruderi cadenti di un terrazzo contemplava la superficie del lago nei molteplici aspetti che le conferiva l’ora, la luce, la nuvola che passa. Disteso al mattino colla leggerezza trasparente di un velo nuziale si faceva gradatamente più denso, con marezzature verdi e azzurre di broccato, con lunghi nastri aggrovigliati che sparivano improvvisamente per far sorgere al loro posto uno scintillio di bril-