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Orfana, tornava da un lungo soggiorno all’estero...

Passo passo avevano percorsa via Palestro e si trovavano sul viale che separa i due giardini. La solitudine era completa. Da una parte e dall’altra i rami nudi degli alberi biancheggiavano avvolti in un leggiero strato di brina. Sotto i fanali della Villa Reale la sentinella, ravvolta nel cappotto d’inverno, misurava lentamente il breve tratto di sentiero proiettando la sua ombra mobile e silenziosa sulle pietre indurite dal gelo.

— Nata sui gradini di un trono ella sarebbe stata Semiramide. Sarebbe stata Imperia nel magnifico Cinquecento. Ma i tempi sono meschini per l’espansione delle forti individualità. Il suo regno è limitato al primo piano di quella casa dove vedete trasparire la luce attraverso cortine color di opale e dove ella tiene la sua Corte. Ebbe poi la fortuna di fare in tempo una eredità che la mette al di sopra del bisogno... Brrr! Il freddo diventa pungente.

— Non vi trattengo più. Andate dove vi aspettano.

— Se non partiste così subito le chiederei il permesso di presentarvi. Senza permesso non oso. Ella ha uno statuto inviolabile. Pensate che non tollera una famigliarità in pubblico nemmeno dai più intimi amici. Una regina, vi ripeto.