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figura bianca ebbe un sussulto che si ripercosse in tutti i suoi nervi. Egli attaccò il finale con un vero delirio di passione e l’ultima nota non aveva ancor finito di vibrare che tutto il pubblico era già in piedi, inebriato, esaltato.

Nessuno ricordava un simile successo in quell’aula, perchè non trattavasi di un successo di scuola nè di insegnamento, nulla che somigliasse in alcun modo all’Accademia; si sarebbe forse discusso più tardi se quella fosse o non fosse musica religiosa, ma intanto il cuore del pubblico era stato ricercato e scosso come avviene solo quando il cuore di un artista lo solleva nei vortici della propria passione e gli comunica il suo ardore. Ancora una volta l’arte, la sublime benefattrice, raccogliendo un palpito vero lo imprimeva nel torpido cuore della folla aprendole le soglie dell’ideale.

Un battimano frenetico richiamò Ippolito che si era dileguato rapidamente. Dopo alcuni istanti riapparve col volto illuminato da un raggio così straordinario che tutte le donne presenti si sentirono impallidire. Egli non guardò che una sola, e questa volta i loro occhi, attraverso il bianco velo, si incontrarono in uno sguardo di fiamma.

— Ma sa che è un gran bel giovine suo nipote! — esclamò la matrona congiungendo le mani.