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«Mettimi come un suggello sul tuo cuore, come un suggello sul tuo labbro, poichè l’amore è forte come la morte.
«O tu che dimori nei giardini, amica mia, sposa mia, i compagni attendono la tua voce. Fammela udire!»
Con Lilia parlava qualche volta de’ suoi studi, ma essi erano troppo mescolati al suo amore perchè la discussione potesse svolgersi serena.
— A quando gli esami? — domandò lei.
— Dovrebbero essere in agosto, se pure non anticipano per ragioni d’igiene.
E poi? Al poi non pensavano nè l’uno nè l’altra. Era sceso su di essi il velo incantato che sottrae gli amanti a tutte le considerazioni umane. Appena Lilia resisteva ancora alla paura del ridicolo per uno squisito senso di signorilità che si sposava nel suo temperamento a un perfetto equilibrio di mente. Sentiva il peso di tutti quegli occhi aperti su di lei, di tutte quelle curiosità intente a spiarla, di tutte quelle invidie o gelosie pronte a coglierla in fallo; nello stesso tempo che l’ingenuo ardore di Ippolito la sospingeva verso una forma d’amore il più possibilmente vicina alla perfezione.
Una domenica era capitato improvvisamente a metà della giornata. Trovò Lilia sola al pia-