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gono dalle armi e dalle risse. Vi sono abissi tenebrosi sotto ai laghi più azzurri, veleni micidiali in grembo ai fiori maggiormente profumati. Tu sei inesperto ancora, e per questo, e perchè sei giovine, male ti puoi difendere dalle astuzie femminili che non conosci, che forse non sospetti nemmeno. Se tu vagheggi un puro sogno d’amore, perchè farne mistero? Se invece cadesti nei lacci di un’avventuriera...
— Ma chi ti ha raccontato queste frottole?
— So che vai nascostamente a Milano.
— Chi te l’ha raccontato?
— Gente che ti ha visto; ma non è ciò che importa. Chi hai a Milano? Dimmelo. Non sono più il tuo vecchio zio al quale hai sempre confidato tutto? Il tuo vecchio zio che ti ama? Voglio esserti utile in ogni modo. Se ciò a cui tendi è bene, aggiungerò le mie forze perchè tu lo raggiunga; se è male, ti sarò compagno nel combatterlo. Già tu non vuoi il male, nevvero?... Ippolito, figliolo caro... rispondi...
— Che devo mai rispondere?
— Vai a Milano?
— Ebbene, sì, vado a Milano. È questo il male?
— Ma vedi... è secondo... Intanto è male che tu vada nascostamente, facendo credere che ti fermi qui per studiare. E poi... una relazione...
— Senti, zio. Ti ho detto fin dal principio che