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il Museo del Risorgimento è chiuso per nuovi lavori in corso. Entra nel Museo Archeologico. Attraversa sale che sembrano fatte non per uomini ma per giganti. Un popolo di pietra lo guarda. Quante memorie! Gira silenziosamente intorno ai capitelli rovesciati, agli avanzi di colonne e di archi, alle statue. E queste furono le sale dei Visconti e degli Sforza! Cerca cogli occhi il posto dove il duca Galeazzo al giungere dell’inverno faceva rizzare due edicole di legno, una per lui e una per la duchessa, cospargendone il suolo di paglia per mettersi al riparo contro i rigori del freddo. Sale la scala graziosa che guida al piano superiore e si trova nel Museo Artistico, da’ cui ampi finestroni entra tutta la luce e tutto il verde della piazza sottostante.

Distratto dalla varietà stessa delle bellezze Ippolito non sa più dove guardare e passa in mezzo alla raccolta delle maioliche antiche deplorando la ristrettezza del tempo che lo sospinge. Si consola pensando che potrà tornare un’altra volta ed affretta il passo volendo accontentarsi di un colpo d’occhio generale. Non può peraltro tralasciare la galleria dei quadri, in fondo alla quale vede rizzarsi elegante e superba la bella Incognita di Van Dyck. Corre anzi a quella, spinto da una lontana analogia, da una curiosità romantica e siede sul panchettino