Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 107 — |
passeggio pubblico quando si hanno vent’anni o poco più; e le desiderava tutte, leggermente eccitato dalla quantità insolita, piacendogli dell’una la vita sottile, dell’altra la massa delle chiome, di una terza il sorriso colto a volo o la malizia provocatrice delle pupille, o il piccolo piede guizzante sotto la gonnella di seta; meno ancora, un nastro annodato in un certo modo, una sottana di una certa forma, lo spillo doppio appuntato dietro sulla cintura. Seguì per alcuni passi una signorina che aveva uno di codesti spilli, in forma di freccia con una opale nel mezzo; ma la udì parlare e fuggì disgustato dalla voce.
I negozi di via Dante lo attiravano ad uno ad uno. Stette fermo lungamente a osservare le porcellane di Ginori e la piccola mostra di Levante colle sue stoffe tessute a vivaci colori, le armi damaschinate, le fiale misteriose contenenti l’essenza di rosa cara alle Sultane, quelle piccole fiale lunghette cosparse di polvere d’oro dove pare esse abbiano lasciato l’impronta concava delle loro dita.
In piazza Castello deviò di alcuni passi per osservare il negozio d’arte del Grubicy, attratto da una tela dell’East, una meravigliosa trasparenza di notte lunare nella vallata dell’Avon. Oh! trovarsi in quel paesaggio con Lei!...
Eccolo davanti alla porta del Castello. Una striscia di carta incollata al muro lo avverte che