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E così, così anche fra dieci anni, povere fanciulle! E la porzione di dolce che voi offrirete vi parrà sempre maggiore di quella che vi daranno in cambio.
Accorgendosi di diventare filosofo Ippolito scosse le briciole della modesta colazione e si alzò per partire.
— Signore — disse una delle bambine correndogli dietro — dimentica la sua mazza.
Egli prese la sua mazza ringraziando. Poi si avvicinò al giovane contadino che vendeva rose all’angolo della Cooperativa, ne comperò due e le gettò in grembo alle bambine.
In piazza del duomo spese dieci minuti a girare intorno al monumento di Vittorio Emanuele, interessandosi ai particolari del bassorilievo, ai curiosi vestiti delle donne, alle divise degli zuavi, cercando di immaginarsi quel periodo di eroiche baldanze e di guerreschi entusiasmi, un po’ mortificato che quella bella pagina gloriosa fosse già voltata irremissibilmente nel libro della storia, domandandosi ingenuamente che cosa aveva fruttato alla patria tanto olocausto di lagrime e tanto sangue.
Avviandosi giù per via Dante tornò a incontrare molte signore eleganti — «Lei forse?» — e ancora fanciulle vestite di bianco cogli ampi veli bianchi svolazzanti nella trasparenza dorata dell’aria, più poetiche, più leggiadre che