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— Da che parte andate? — chiese lo straniero.
Il milanese, con un gesto largo, indicò il Corso.
— Non volete proprio venire alla Scala?
— Non posso.
— Anche per me è troppo presto per andare a rinchiudermi. Preferirei passeggiare alquanto. Siccome non vado per l’opera ma per lo spettacolo dei palchi, ritardando non ho nulla da perdere. Credo anzi che le signore eleganti qui, come altrove, amino farsi desiderare.
— Accompagnatemi allora.
— Volentieri. Il vostro giornale vi lascia libero alla sera?
— Sì, fino ad una certa ora. Dovrò andare in redazione prima di coricarmi. E voi non scrivete in viaggio?
— Qualche nota appena per il mio taccuino.
S’avviarono giù per il Corso, bighellonando, urtati e separati tratto tratto dalla corrente umana che risaliva il sentiero.
— È una specialità di questo Corso l’uso quasi esclusivo di un solo sentiero, lo avrete osservato anche voi. È un darsi di gomito ininterrotto, ma nessuno scende.
— Neppure i provinciali?
— Ah! Ah! — fece il giornalista afferrando lo scherzo con disinvoltura — prevedo che le vostre note saranno piccanti. Ma, sul serio, i